Lavorare viaggiando – come ricreare l’ambiente lavorativo

Nella rosa dei lavoratori più fortunati (spesso non dal punto di vista economico, c’è da dirlo) ci sono quelli che lavorano viaggiando.
Questi si dividono in due tipologie:
1 – coloro che possono lavorare ovunque in quanto ‘free-lance’ (o lavoratori autonomi da postazione remota);
2 – coloro che devono spostarsi per lavoro, come i free-lance che hanno clienti fuori dal proprio territorio di residenza, i fotografi e le fotografe che devono fare reportage lontano da casa, professionisti che partecipano a fiere internazionali ecc.

Per entrambe queste categorie, il problema organizzativo non è solo relativo agli spostamenti e ai biglietti, tanto meno solo alla scelta del bagaglio normale o capsulare. Questa tipologia di lavoratrici e lavoratori ha anche a che fare con la necessità di ricreare un ambiente di lavoro decente.

Come fare quindi per ri-creare ritmi e l’ordine (o il disordine) del proprio ufficio o della propria postazione anche altrove?

Ecco alcune massime per il lavoratore migratorio.

1 – Non di solo computer vive un free lance
Crediamo spesso che il nostro universo lavorativo ruoti solo attorno a quel rettangolo apribile, ma non  è così. La nostra concentrazione in realtà viene coadiuvata da altri piccoli riti e oggetti che fanno parte della nostra vita lavorativa:
Dal taccuino con TUTTI gli appunti, le note e gli schizzi che facciamo mentre parliamo al telefono o durante le sessioni in skype con colleghi e collaboratori, al cuscinetto anti-infiammazione al tunnel carpale, se stanno in valiga, portiamoli con noi.
Affidiamoci ad altri oggetti che possano diventare punti fermi, non solo per avere delle piccole comodità simili a quelle di casa, ma anche per aiutarci nella concentrazione.
No ad appunti su fogli volanti presi in hotel, no ai post-it messi dove capita, no al telefono in borsa da recuperare solo se suona.   , invece, alle agende fedelissime o ai mouse-pad in carta, che fungono anche da calendario e blocco per gli appunti.

2 – Se la carta esiste dal 3000 ac, ci sarà un motivo. 
Personalmente, dico anche NO alle note prese direttamente sul computer. Il motivo è semplice e pratico: chi lavora da remoto 8 volte su 10 lavora anche dal telefono, tra uno spostamento e l’altro. Meglio annotare appunti e scadenze sempre sullo stesso supporto. (I possessori di apparati Apple mi diranno che quello che ho sul pc lo trovo anche sul telefono e Ipad. Ma sti cazzi! Io mi riferisco alla concentrazione che dà l’avere sempre con sé lo stesso supporto. Già siamo migranti, almeno affidiamoci a piccoli spazi che possano sostituire la casa/ufficio che emotivamente non avremo mai)
Scrivere una nota sul post it elettronico e l’altra sul cellulare crea disordine, anche se esistono dispositivi in grado di unire i dati di computer e smartphone, la carta vince sempre, ancora.
Per altro, se fossimo stati tanto organizzati da poter gestire gli appunti su più dispositivi, sincronizzando (e controllando la sincronizzazione) di tutti i tuoi strumenti di lavoro… probabilmente adesso avremmo un lavoro serio, con un ufficio serio e uno stipendio serio.

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3 – Adattamento non vuol dire martirio
La nostra scrivania, lo sappiamo, non può venire con noi. E neanche la nostra sedia anti cervicale. Men che mai il massaggiatore di piedi tibetano, ma made in China, appoggiato sotto la scrivania di casa. Ma da questo a dover lavorare rannicchiate su uno sgabello senza una gamba, mentre un roditore si rifà i denti sulle nostre unghie dei piedi ce ne passa!
Cercate un hotel o un ristorante con wi-fi o uno spazio di co-working che almeno abbia tavoli spaziosi e puliti e sedie/divanetti comodi. Già il lavoro e la vita sanno essere una valle di lacrime… cerchiamo di volerci bene nei limiti delle nostre possibilità.

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4 – Spazio solare ma serio. 
Che tu decida di lavorare in un co-wo, sul letto dell’hotel o sul terrazzino assolato di una sala conferenze, togli le cose che possono distrarti o trasmetterti un senso di disordine.
Se sei sul letto, togli i vestiti ancora pieni di fumo, alcol e vomito della sera prima. E magari fai uscire cortesemente il tuo amante se ci sta ancora dentro.
Se sei sulla scrivania, elimina rossetti, vibratori, biglietti del tram, guide turistiche con segnalibro nel prossimo museo che non vedi l’ora di vedere. Finisci il tuo stupido report/articolo/traduzione e dopo ci penserai.

5 – Mind the desktop
Le sole cose che puoi portare con te ovunque, sempre uguali, sono i dati sul tuo computer o i dati su Cloud. Per questo è importante che tutte le cartelle di lavoro siano e restino in ordine.
Consiglio anche ai disordinati e alle disordinate compulsive come me di fare un po’ di ordine sul desktop prima di partire. Il disordine nel quale vi orientate benissimo prima di partire non sarà vissuto allo stesso modo quando sarete via, e il rischio di non trovare subito dati precedentemente salvati sarà più alto, perché in viaggio la mente è presa da altre priorità più essenziali, come il ricordarsi dove si potrà trovare un market aperto alle due di notte, dove si spegne il riscaldamento e come non farsi arrestare in terra straniera.
Quello che a casa è ovvio, in viaggio passa automaticamente in secondo piano. Anche il ricordare in quale sotto-cartella hai nascosto il report da mandare entro due ore.

 

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