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Un hotel dal sogno e low cost a Tampere

Quando viaggiamo cerchiamo le cose che amiamo, con il coraggio che spesso non abbiamo nelle fasi stanziali.
Molti amano il design. Chi lo ignora, imparerebbe ad amarlo se avesse la possibilità di conoscere questo mondo, anche solo sfiorandolo per sommi capi.

Il primo suggerimento di questa nuova categoria travel the designsi rivolge a chi sta pensando di fare un viaggio a Tampere, in Finlandia, o a chi ha bisogno di un ulteriore buon motivo per andarci.

Nella città di Tampere, infatti, in un ex edificio industriale è stato creato il Dream Hotel, un hotel low cost dal design nordico ed elegante.
Il nordico lo si sente nelle note di extreme white  delle camerate, nel legno naturale non laccato a vista degli spazi comuni e nelle linee semplici e pulite in ambienti compatti.

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Il progetto di rivalutazione e ristrutturazione di questo spazio rientra in un progetto di workshop collettivo organizzato nella città per la valorizzazione e il recupero di spazi da adibire a foresteria. L’alta qualità progettuale (frutto del lavoro dello studio di architettuta Puisto), il legno a basso impatto ecologico e l’assetto accogliente lo rendono papabile per il prossimo viaggio.

Diciamo pure che mi è venuta un’improvvisa voglia di Tampere e di Finlandia solo per questo hotel/ostello!

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I costo vanno da 19 euro a persona a notte in una camerata da 16 letti ad un massimo di 59 euro per una singola.
59 anche la doppia, per un totale di 30 euro a persona a notte. Una delle soluzioni più economiche che abbia mai incontrato, soprattutto per il rapporto qualità prezzo!
Ecco il sito web. 

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Su Vero Casa di marzo, anche i miei consigli su – come arredare una casa con gatti – il verde in case minuscole – rimodernare usando solo i colori


 

3 cose da ricordare di Oslo

Ho deciso di scrivere di Oslo. Nel preparare il pezzo e nelle comuni note che si buttano su carta quando si scrive un articolo, ho notato che le prime tre cose che mi sono venute in mente non sono affatto cose che di solito si associano subito ad Oslo o alla Norvegia. L’elenco delle prime tre cose che ricordo dei miei 10 giorni a Oslo contiene: scultura, co-working, pane nero.

Scultura: se dico Grecia, Italia, Francia, qualche scintilla di Malta, spesso penso all’arte figurativa. Eppure una delle opere, o meglio, dei complessi scultorei che più mi sono rimasti impressi nella memoria geografica sono le sculture del parco Vigeland, un’area all’interno del Frognerparken. I motivi, nel mio caso, sono molteplici:  Rilegata ad una cultura ecclesistico-museale (perdonami, non ho trovato espressioni meno pensati) mi aspetto sempre che un parco sia un luogo di contemplazione e non di riflessione e ammirazione artistica. Tanto meno di simile tipologia. Inoltre sono abituata a vedere corpi nudi e perfetti solo se raccontano di santità, divinità, eroicità epica. Ma sfido chiunque ad imbattersi in una simile altra celebrazione del corpo di uomini e donne intesi come entità caduche, fragili, isteriche e sessuate.

Co-working: per coloro che devono o vogliono trascorrere un periodo norvegese che comprenda anche ore di lavoro, esistono molti spazi di co-working (che si accompagnano ad un’accentuata e naturale attitudine degli autoctoni a lavorare nei luoghi pubblici al chiuso come caffè e pub). Il punto è che la gestione lavorativa pare essere qui molto flessibile. Questo, insieme ad uno stato sociale molto presente, ad una ricchezza molto diffusa e alla scarsa popolazione, unito ad un’attitudine poco ossessiva nei confronti della  genitorialità, consente di mettere su famiglia in età molto giovane (per strada vedrete madri e padri ventenni che pascolano bambini già auto portanti).

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Pane nero: l’ho già detto, è un mio problema: la colazione in viaggio per me è sacra. Il momento più bello. Ciò, unito al mio amore per il pane, ha creato un connubio mnemonico che…
mi è venuta fame, torno subito.

Ok, eccomi. A Oslo nei B&B o in hotel (ma anche se hai la fortuna di alloggiare presso un privato), troverai un pane nero leggermente dolciastro, ottimo sia con marmellate dolci che con il loro formaggio color caramello. Non è una cosa esclusiva della Norvegia, ma si trova anche in altri paesi del Nord Europa. Processed with Moldiv

  • A proposito di scultura, da vedere anche il ciclo ligneo che racconta la storia delle divinità nordiche, all’ingresso del municipio. La vista sul porto quando il cielo è sereno è bellissima.
  • Un posto per ottimo pane nero e formaggio scuro, è lo Stockfleths (solo che vedo che negli anni non hanno avuto l’illuminazione di dover tradurre il sito in inglese)

5 modi di vivere (davvero) Londra… più o meno low cost

Troppo cara per periodi troppo lunghi.
Non conosco l’inglese (è vado a Londra per impararlo), non posso trovare lavoro.
Piove sempre.

Tra le scuse più in voga tra chi non prende la  decisione di partire alla volta di Londra, solo all’ultima è difficile fare obiezioni o cercare rimedi.

Partendo dall’assunto che a Londra non si va certo solo per la lingua, ci sono delle esperienze nuove da prendere in considerazione per chi ha seriamente voglia di andare a stare per un periodo più o meno lungo nella capitale degli UK.

1 – Scambia casa

In genere lo fa chi ha una casa di proprietà, ma tra gli studenti è molto in voga anche per chi è in affitto e trova il consenso di proprietario e coinquilini.
Il sistema, ben rodato e ormai abbastanza diffuso, funziona così: Si dà il proprio periodo di necessità/disponibilità ad andare a Londra e qualcuno registrato sul vostro stesso sito di scambio casa sceglierà quel periodo per stare a casa tua.
oppure il proprietario/inquilino della tua futura casa londinese in quel periodo sarà in qualche altro posto del creato.
Dal momento che ci sono tantissime persone a Londra e nel mondo che vorrebbero trascorrere un gap year in Italia, è il caso di approfittare del privilegio di vivere in un paese così amato all’estero.
Andare a Londra senza spese di alloggio e quindi riducendo incredibilmente il vitto, praticamente demolisce la faccenda dei costi elevati dell’esperienza!
Alcuni siti come scambiocasa.com permettono anche di mettersi in contatto con i proprietari, primo modo per costringersi a relazionarsi in un’altra lingua.
Altri portali utili: Guesttoguest (scambio reciproco, non necessariamente contemporaneo), Homeforexchange, Homeforhome.

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2 – Vivi in casa con proprietari autoctoni 

Può in parte essere una limitazione alla tua ‘libertà’ e sarà difficile organizzare party notturni al limite della legalità. In compenso, chiedere a qualcuno di affittarti una stanza nella sua casa potendone utilizzare gli spazi quotidiani in libertà è un modo per vivere e risparmiare ed avere un contatto più diretto con qualcuno che vive a Londra e la conosce più o meno bene. Può essere utile, soprattutto all’inizio.
Basta fare in google una ricerca per landlady/landlord London e troverai diversi siti che danno indicazioni su persone (spesso adulte… o più che adulte) che affittano stanze nella propria casa.

Some of the most famous legends and fairytales were born by… a lie. Can a lie create a love, as well? Maybe… in London.

Download for free this very short love&travel novel

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3 – Lavora in teatro

Se vuoi fare un’esperienza londinese ma andare fuori dal tracciato dei soliti lavori del gap year all’estero (ristorante, negozio, ragazza/o alla pari), prova a cercare lavoro in teatro per un breve periodo.
Sul sito web di quasi tutti i teatri (e ricordo che il teatro è un’istituzione culturale importante e autonoma in Inghilterra),
nella  sezione “about us” , è possibile trovare la voce“work with us/ work placement /internship ”.
Queste sono delle vere e proprie bacheche regolarmente aggiornate che pubblicizzano annunci di lavoro, posizioni volontarie, esperienze di lavoro o borse di studio.

4 – fai la spesa nei market all’aperto

Londra ha tantissimi mercati all’aperto, settimanali e quotidiani. Vi si trova di tutto, dal cibo ai fiori, all’abbigliamento agli oggetti di arredamento vintage. I più famosi, come  Portobello e Covent Garden sono ovviamente da vedere, ma per gli acquisti su base regolare vi suggerirei di affidarvi ad altri, più consueti tra gli autoctoni come il Broadway Market e il Real Food market.

Cerca su wikipedia list of markets in London.

Cerca anche i farmers’ market e diventane assidua o assiduo cliente.

5 – Fotografa i passanti e leggi nei parchi 

Ci sono delle attività che si addicono particolarmente ad ogni città. A mio avviso, i migliori hobby low cost per vivere al meglio Londra sono:
– fotografare i passanti
– leggere nei parchi quando il tempo è bello
– leggere nei caffè quando il tempo è piovoso, aspettando con nostalgia che il tempo torni ad essere bello
– Leggere nei caffè accanto alla finestra e guardare i passanti. Possibilmente per ore.
Se credi che sia noioso, forse hai ragione. Ma credo che il valore della noia vada fortemente rivalutato.

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3 modi per usare la propria casa per viaggiare di più e low cost

Continuiamo a parlare del rapporto dicotomico (ma anche no) tra Viaggio  e Casa.

Se hai una casa di proprietà è possibile utilizzarla per viaggiare di più, meglio (ad esempio vivendo come una persona del luogo) e a costi più bassi.
Vediamo come, grazie a tre idee geniali venute negli ultimi anni al popolo del web.

1 – Home Restaurant
Il primo esempio lo devo alla cronaca e ai post virali degli ultimi giorni. Sappiamo ormai quasi tutti della tendenza che si sta diffondendo in Europa e piano (molto piano rispetto alla media europea ma molto velocemente rispetto alla velocità media italiana) anche in Italia del Home Restaurant.

Come asserito anche dal Sole24Ore, hanno poco a che fare con i guerrilla restaurant, al limite della clandestinità.
I ristoranti casalinghi, se seguono determinate e poche norme, sono legali, pagano un minimo di tasse e permettono a chi ne gestisce uno di guadagnare legalmente. Anzi, alcuni progetti sono anche appoggiati ufficialmente da istituzioni, come nel caso de Le Cesarine di Bologna, che hanno il patrocinio del Ministero delle politiche agricole.

Molti home restaurant sono nati e continuano  nascere registrandosi su Airbnb, altri si riuniscono in community o consorzi più o meno grandi con i quali è possibile scegliere date, menu, luogo ed effettuare i pagamenti direttamente on line.
Ad esempio, chi si vuole unire ad una cena casalinga su Roma può connettersi alla community Ceneromane. 

Per aprire un home restaurant non servono certificati sanitari. Se si tratta di attività lavorativa occasinale (sino a 5.000 euro all’anno) non serve partita iva.
Cercate una social community più vicino alla vostra area (ricerca in google es: ‘Home restaurant Palermo’ e chiedete se e come potervi unire a loro). Oppure aprite un vostro sito/blog con annessi social network.
Se serve ulteriore aiuto o consulenza su come divulgare la notizia e avere i primi clienti, contattatemi in privato 🙂

Quello che guadagnate potrebbe essere il budget del prossimo viaggio e un modo per stringere amicizie e contatti.

2 – Nightswapping
Si tratta della versione avanzata dei couchsurfing perché mentre questi ultimi sono per lo più autogestiti, il nightswapping ha dei requisiti precisi da rispettare in termini di letto, bagno e posto che si mette a disposizione dell’ospite.
Basato su un concetto unico di scambio di notti, il Nightswapping offre a privati, proprietari e affittuari la possibilità di andare in vacanza senza più pagare l’alloggio. Per ogni persona che si ospita, si guadagnano punti che permetteranno di soggiornare presso un altro nightswapper in un’altra parte del mondo.
A questa tipologia di scambio non partecipano solo giovani ma anche famiglie e pensionati; i criteri di feedback su ogni casa ospitante sono abbastanza ‘severi’.
In teoria non dovrebbero verificarsi gli inconvenienti in cui spesso si sono imbattuti giovani viaggiatori low budget che si aspettano un letto nel centro di Barcellona per poi trovarsi con una poltrona o un materasso a terra in un sottoscala.
Anche in questo caso la registrazione su un portale ufficiale di NIGHTSWAPPING è garanzia e garante (fate una ricerca in google usando questa parola chiave e scegliete quello che vi convince di più (cosmopolite home non è male, ed è il portale con più visite e recensioni).

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3 – scambio casa
Per i periodi più lunghi, lo scambio dell’abitazione è una soluzione ottima.
Hai una casa di proprietà e vuoi/devi andare per qualche mese in un’altro posto? In Nord Europa è molto diffusa la pratica dello SCAMBIO CASA, ovvero trovare una persona che ha necessità di spostamento nella tua città per un periodo simile al tuo, con la quale fare un vero e proprio scambio di abitazione.
Può essere un modo per ammortizzare i costi di soggiorno, cosa non da poco. Sulle bollette e i consumi, si possono (direi si devono) stringere degli accordi scritti basati sul consumo medio del proprietario nella propria casa. Esempio: io lo scorso anno da gennaio a maggio ho speso TOT di acqua, luce e gas. Chi viene a stare in casa non dovrà superare questa soglia, pena il rimborso degli esuberi. Se la casa che date è spesso disabitata, quindi con poco consumo, è possibile calcolare un deposito cauzionale forfaittario.
Per la gestione di questi accordi è meglio rivolgersi ad una delle agenzie on line che se ne occupano e non fare tutto da soli soprattutto se si tratta della prima esperienza.

Altre idee?

 

3 modi per decidere dove mangiare quando si viaggia in Italia

Read it in English
Uno degli aspetti più interessanti del viaggio è la parte mangereccia. Il cibo della tale o tal’altra trattoria è uno degli aspetti che più si sedimentano nella memoria di chi viaggia in Italia, che si tratti di turisti italiani o stranieri. Ma non sempre è facile decidere, tanto più quando il locale suggeritoci dal gestore dell’ostello è pieno o troppo lontano. Ecco allora tre modi per capire dove è il caso di tentare e dove forse no, sulla base della mia esperienza.

1- il nome

Volete assaggiare davvero antichi e autentici sapori locali? Bene, evitate i posti che si chiamano locanda/osteria/tugurio degli antichi sapori locali. Infatti questa nomenclatura dei locali appartiene a gestioni molto recenti che rispondono alla necessità dei clienti di assaggiare qualcosa di davvero tipico in città sempre più turistiche in cui i fast food e i supermercati da cui i ristoranti si riforniscono hanno omologato prodotti e sapori. Puntate invece ai posti da nomi un po’ anni Sessanta o Settanta tipo ristorante Europa (molto in voga nei mitici settanta) o che richiamano la toponomastica (tipo Ristorante del Duomo nei pressi di un duomo). Erano infatti metodi per facilitare il passaparola e il ritorno dei clienti, basati sulla Mnemonica, usati dai ristoratori quando non esistevano google maps e navigatori o internet. Le insegne come i nomi saranno démodé ma spesso si tratta di posti che operano da decadi e quindi dove spesso mangiano autoctoni. E questo è indicatore di qualità. IMG_1295.JPG 2- less is more

Come dicono in ammmmerica, a volte qualcosa di meno corrisponde ad avere in sostanza qualcosa di qualitativamente migliore. Se un locale indica chiaramente sul menù esposto che alcune pietanze si trovano solo in alcuni giorni della settimana, probabilmente il cibo servito è sempre fresco e ci sarà poco di congelato. La cosa vale soprattutto per il pesce. Per le verdure invece, conoscere le stagionalità dei prodotti vi sarà di certo di aiuto nella scelta del piatto più saporito e nel capire se i prezzi sono giusti. Basta uno Smart phone connesso ad internet per conoscere a quale periodo appartiene ogni verdura: tecnologia e decrescita felice, sodalizio per mangiare meglio, anche fuori.

3– vino della casa

Ho imparato una cosa: quando si chiede ‘che vino avete?’ E la prima risposta è ‘vino della casa’ conta fino a tre, poi alzati e scappa. Se non ci tengono a dire subito almeno qual è il vitigno potrebbe trattarsi di un tavernello come di un uniposca rosso sciolto in aceto. Lo piazzeranno sul tavolo incuranti del codice dei diritti del viaggiatore bevitore, che prevede la possibilità di assaggiare il vino prima di accettarlo. Come si confà ai re e regine.

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Postilla. In tutto il Sud e in particolare in Puglia e Sicilia è meglio non dire ‘sono vegetariano’ perché manderete inutilmente nel panico i gestori, quasi sempre inconsapevoli del fatto che il 70% dei piatti proposti sul menù è veg. Meglio individuare un piatto e chiedere la ricetta esatta per curiosità e accertarsi dell’assenza di soffritti di carne, dita umane, tracce di salsiccia nel sugo.

Diversamente a Roma. Bomba o non bomba.

Sì, arriveremo a Roma. Nonostante le poste che non mandano i libri per tempo, nonostante il tempo.
E la crisi e le cavallette e il buco nell’ozono.
Nonostante non sia facile riprendere a parlare di un proprio romanzo a due anni dall’ultima presentazione de Il Rumore della Neve. (e a 5 anni dalla prima presentazione a Roma di Ultimo Fuoco).

– Oh, Sabri, dacci un taglio. Lo sai che non vedi l’ora. Difficile… un tubo!
– Ok, vero. Non sono credibile. Non vedo l’ora! E parlarne sarà facile. Facilissimo.

Si arriva per gradi alla prima presentazione di Diversamente a Sud, un romanzo diversamente serio sugli stereotipi sul Sud e sull’Amore. Che poi sono la stessa cosa.

Mi accompagneranno persone importanti, ma di loro vi parlerò nel dettaglio durante le fasi del viaggio (socialmente documentato) che mi porterà alla libreria l’Argonauta, in via Reggio Emilia 89 alle ore 18.00.

Il libro verrà presentato da Pier Paolo Mocci, giornalista ideatore, autore e fondatore della rivista NED – Nomentano e Dintorni, nonché amministratore unico del network omonimo.

Onoratissima della sua presenza e disponibilità, non vedo l’ora di essere onorata della vostra, sabato prossimo alle 18 in Via Reggio Emilia 89 a Roma.
Bomba o non bomba.

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3 cose che non ti diranno su Budapest

Si mangia benissimo (ma proprio bene bene),  i giovani hanno in mano il paese e … ti cambia la vita. Anche se non ci vai.

 

1- Il miglior cibo 
Hai presente quando al rientro di un viaggio dici: ‘adesso mi disintossico per una settimana’?.
Ecco, di rientro da Budapest mi sono detta, al contrario:
‘Mi impegno a mangiare sempre così bene’.
Servono ovunque e a basso costo zuppe gustosissime, di ogni tipo. Saziano e fanno stare bene. Dalla Zuppa di gulasch, che ha preso il nome dai mandriani (gulyás)  che vivevano a lungo nella steppa e cucinavano nel paiolo i loro cibi, alla zuppa Jókai (dal nome di un poeta ungherese) che viene cucinata con la carne affumicata e coi fagioli. .
Ricorderò per sempre la GOMBALEVES (zuppa di funghi, verdure e noce moscata), la BROKKOLI KRÉMLEVE ai broccoli e patate, e quella alla zucca, SÜTŐTÖK KRÉMLEVES.
metterm budapestIo ho provato (e raccomando) il Ristorante SYMBOL , Cantina di 220 anni in Bécsi út 56 e il ‘M’ Restaurant (M Étterem), Kertész utca 48. [foto accanto]

 

2 – Sziget Festival

Il più grande concerto di musica d’Europa, e avviene proprio a Budapest ogni anno a metà agosto.
La manifestazione è stata ideata da un ragazzo di 22 anni!
Qui i giovani hanno molto credito, si inizia a lavorare presto e presto si fa carriera (anche se la media degli stipendi non supera i 500 euro al mese). Anche la classe politica ha in media meno di 50 anni.

3 – Ti cambia la vita… anche se non la visiti.


Hai presente la canzone (bellissima) Di George Ezra, Budapest? Bene, il giovane londinese dai suoni folk rock (vecchia scuola) sarebbe dovuto andare nella capitale ungherese a chiusura di un lungo viaggio in Europa, dopo anni di racconti dei suoi genitori su questa città. Ma… l’ultima notte in Svezia ha finito i soldi in alcol e ha perso la tappa. La canzone non è che un omaggio ad una città mai vista, che gli ha cambiato la vita.

 

 

7 risposte veloci su Halloween

Ok, sappiamo che ha origini celtiche e non americane, sappiamo che in America è stato importato come del resto è stato importato anche da noi (forse questo non lo sanno proprio tutti, ma i più sì).
Vediamo ora di scoprire in brevi pillole il perché di ogni rito legato alla festa del dolcettoscherzetto (zucche, maschere, nome, chi lo ama, chi lo odia).

cristiani-contro-halloween-71 – perché ci si veste da fantasmi, morti e simili?
Perché tra i riti e le credenze che accompagnavano i celti verso l’inverno, c’era il passaggio terreno per una notte del dio Samhain, che richiamava a sé i morti per portarli o riportarli nell’Aldila. Gli umani, per paura di essere posseduti o attaccati da spiriti malevoli, si mimetizzavano travestendosi da morti o indossando le pelli di animali (morti, per ovvie ragioni).

th2 – perché… ‘dolcetto o scherzetto?’
Perché si poteva ingannare i morti ma non le fate e le streghe (ne sapevano a pacchi, i Celti).
Fate e streghe, nella notte del passaggio, si divertivano a fare scherzi. E gli scherzi delle fate nella mitologia celtica non sono cose da scompisciarsi dal ridere! Ci andavano giù duro, si portavano via i bambini, facevano perdere la ragione agli adulti. Per questo, oltre a travestirsi da animali morti, i poveri umani si chiudevano in casa, lasciando davanti alle case latte e alimenti poveri per imbonirsi queste regine del cabaret celtico.

Free-Halloween-Pumpkin-Wallpaper-1920x1200113 – perché le zucche?
In secoli e tripudi di leggende che si susseguono nella storia delle tradizioni, vince sempre la favola più forte. 
Il motivo della zucca intagliata risale ai druidi, che usavano intagliare vari tipi di verdure, in primis rape, per farne delle lanterne e dei contenitori. Ma la favola più forte è senza dubbio quella di Jack-o’-lantern, fabbro ubriacone irlandese che ben due volte nella vita truffò il diavolo, che aveva tentato di portargli via l’anima.
Alla sua morte, la sua reputazione da baro non gli permise l’ingresso in paradiso. L’inferno, per contro, gli disse che poteva tranquillamente restare a vagare tra le anime senza sosta che non trovano collocazione nell’Aldila, perché non gradito. Unico dono da Satana, che in questa storia ne esce da vero signore, un tizzone per riscaldarsi. Jack lo mise in un rapa (allora più comune delle zucche), e quella rapa con un tizzone incandescente è ciò che si vede di lui quando, nella notte del raduno delle anime di cui al punto 1, ritorna a vagare tra i vivi.

4 – perché il 31 ottobre?
I druidi e i loro riti ovviamente non seguivano il nostro calendario gregoriano, che risale al 1500. I riti relativi all’omaggio delle anime dei defunti sulla terra si univano a quelli propiziatori per superare l’inverno, cosa affatto scontata di quei tempi.
Con l’avvento del cristianesimo, i riti pagani pre-esistenti sono stati cristianizzati e alle celebrazioni legate al Samhain sono state associate quelle della commemorazione di Santi e Morti, ‘istituzionalizzate’ ai primi di novembre. E da qui, arriviamo alla domanda:

halloween london 5 – perché ha questo nome?
Perché viene da All Hallows’ eve, vigilia della festa delle anime.
E da qui, la tradizione e la leggenda celtica inizia a modificarsi e ad arrivare sino a noi, più o meno come la nostra immagine del maligno. E più o meno come il Natale. Come al punto 3 ‘vince sempre la favola più forte’. 

6 – perché la chiesa è contro Halloween?
Non è difficile avere un’idea in merito. Sino a qualche anno fa, la festa culturalmente modificata era rimasta solo al Nord Europa e negli USA, dove fu importata dai padri pellegrini. E poi in Australia, assieme agli altri elementi della sua storia coloniale.
Qui da noi, nel Sud Europa, arriva come festa già fortemente commercializzata, che riproduce il satanico rendendolo quasi simpatico e comunque protagonista e vincitore (non esiste redenzione in Halloween). Inoltre stranamente i bambini risultano più affascinati dalla festa con dolci e maschere che dai ceri e le visite al cimitero il giorno di Santi e Morti.

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7 – perché i radical chic di sinistra e i nazionalisti di destra sono contro Halloween?
Nel giorno del passaggio delle anime dei defunti, nel giorno in cui il truffaldino ubriacone Jack fa oscillare la sua lanterna nel buio, avviene il miracolo e anche le fazioni più ideologicamente lontane nella nostra (spesso povera) politica trovano un accordo.
Per molti, Halloween è simbolo del capitalismo statunitense che ci ha colonizzati con Beverly Hills e simili.
Per altri, è un modo ottuso per dimenticare le nostre patriottiche ricorrenze, legate alle nostre tradizioni, usi e costumi già a rischio a detta di molti.

A me, Halloween da un po’ sta simpatico.
Perché le contaminazioni e il sincretismo sono più del 70% di ognuno di noi. Sicuramente lo sono di me.
Perché grazie ad Halloween so un paio di cose in più sui druidi.
Perché tanto alla fine, vince sempre la favola più forte.

 

Wine-travels. 3 places to go.

I’ll be short, you’ll get the information you need by reading this 49-seconds-article.
And there comes a day, when you discover that there is a place in Germany where you can sleep in a barrel of wine.

vinoSo, I decided one of my next steps is the Bed & Breakfast Schlafen im Weinfass, in the Sasbachwalden vineyard, in the Black Forest.
You can spend the night there, in the elegant barrels, wake up in the vineyard and taste their wine.
I really think this is a MUST DO BEFORE DYING!
Small, small, problem: the website is ONLY in German. Write them and suggest ME for the translation of their website in English and Italian. This is clearly the only solution.
Here is the website: www.schlafen-im-weinfass.de

 

Closer to me, here in Italy, there are several Italian wine tours available, like the one of Aosta Valley, offering you guided wine tasting tours after the usual mountain Winter activities.
www.italianwineholidays.com

Deep in the South of Italy, you should definitely rely on the Southern Vision Travel tours, that offer 7 days food and wine tasting, guided by chefs and sommelier. Despite today’s weather even here in the deep South, our Winter is milder than elsewhere in Europe, that’s why there are no Winter Activities… but drinking.
www.southernvisionstravel.com

I 4 migliori posti per godersi Halloween

Sino a qualche anno fa non ero una grande fan della festa di Halloween. Non per un motivo ideologico, politico o per una scelta particolarmente meditata. Semplicemente, non mi apparteneva.

Poi sono successe cose e da un paio di anni a questa parte, ad Halloween è legato il mio personale ricordo di NYC.

zucca vomita-2New York
E questa è la prima città che vi consiglio di frequentare nel periodo di Halloween.
Piccoli giardini privati che sembrano il set di Thriller di Jakcson, persone che camminano per strada la sera discutendo di alta politica, vestiti da elfi e vampiri, o dalle versioni erotic-dolly di elfi e vampiri, catene intere di negozi che vendono SOLO costumi, caramelle a tema, accessori, trucchi.
Ho avuto la fortuna di percorrere la grande mela anche accompagnando amici che si preparavano per The Halloween Party e per il last minute Halloween Party.
Altro elemento interessante: il periodo di Halloween dura tutto ottobre. Tutti i negozi che vendono oggetti e costumi, dal primo novembre in poi si danno alle decorazioni natalizie. Sinché c’è qualcosa da celebrare, la nazione è salva.

Salem
Sempre di un intero mese sono le celebrazioni a Salem, Massachusetts. Nella città dove a fine ‘600 furono torturate più di 500 persone e 19 bruciate, dando il via all’ossessiva caccia alle streghe nel Nord America, oggi le streghe e le trasfigurazioni pagane di un ipotetico maligno vengono festeggiate con eventi tutte le sere. La guida on line e cartacea Haunted Happenings propone serate d’arte, performance che si uniscono alle feste in maschera che coinvolgono tutto il paese.

imagesLondra
Le modalità della grande mela, invece, si ripropongono in maniera simile a Londra: grande città, grandi spazi a tema.

Ma la capitale inglese non rinuncia mai, in nessuna occasione, alla sua tradizione teatrale. Il teatro  Arts Theatre propone ad esempio lo spettacolo’da paura’ diretti da Jeremy Dyson e Andy Nyman dal titolo ‘Ghost Stories’. Si leggono ottime recensioni sullo show e il fatto che la performance vada avanti da diversi anni dice molto sulla qualità.

Italia, da Sud a Nord. 
Per gli amanti di Halloween di importazione, il mio suggerimento è quello di godersi atmosfere locali dalle tinte fosche, come quelle del castello di Favale, vicino Matera, dove visse Isabella di Morra, giovane poetessa uccisa dai suoi fratelli per questioni politiche (alcuni vi racconteranno la solita solfa dell’omicidio passionale, ma non ci credete). Altri castelli infestati in Basilicata sono quello di Melfi e quello di Avigliano-Lagopesole.

Oppure, sempre per chi ama il sincretismo culturale, perchè non fare un salto a Dorno (PV), dove sino al 17, c’è la sagra della zucca bertagnina? Oppure a Salzano, dove la festa della zucca che si tiene dal 17 al 31 prevede anche l’esposizione e premiazione delle zucche più belle e strane.

A proposito di Halloween…

zucchiaSe ogni volta che vedete una bella zucca in questo periodo non potete fare a meno di pensare ad Halloween, ecco a voi un buon metodo per unire l’utile piacere del palato al dilettevole piacere della festa: ricetta splatter, risotto alla mattanza di Zucca.

 

 

Why London, why NOW!

One of the main manifestations of my personal MAD (Missing Anywhere Disease) is longing to go to London in Autumn, Again.
I did it 3 times. Never enough.

I’ll tell you why:

– For an Italian woman (South Italy), it’s easier to accept some slight rain in October. Mainly if in London.
Come on, the rain in London makes sense!  

– It’s the very first time I can wear the sweaters I’ve bought on sale one month ago, and in my city I’ll have to wait until December to put it on.

Gallery-Food14– London Restaurant Festival. From 8 to 27th of October. Kind of a huge celebration of eating out, eating well, eating exotic, veg and traditional.

– Halloween @ Theater.
If you are an Halloween fan, over than joining one of the private or pub(lic) scary party, why don’t you choose the theather? They are definitely 2 very londony experiences. The Arts Theatre proposes the scary show directed by Jeremy Dyson and Andy Nyman Ghost Stories.

girl london sabrina

1916534_1315677174827_945650_nSome other random good reasons:
dry leaves, the National gallery [again&again], the free make up @ Harvey Nichols and Harrods(Knightsbridge) or Mark & Spencer in Oxford Street or Benefit Cosmetics, long coffee in Hyde Park, Soho at night, squirrels.

 

Puoi pernottare gratis in tutta Italia… ma solo se ti fai un selfie

Per chi crede che i social non portino alcun beneficio e che la pratica dei selfie sia solo una perdita di tempo 2.0… in parte ha ragione.
Ma ci sono dei casi in cui oltre al divertimento fine a se stesso e alla condivisione delle nostre espressioni migliori (!?), fare e condividere istantaneamente foto, momenti, aperitivi e noi stessi mentre beviamo un caffè a letto può portare dei benefit.

Ad esempio, per chi ama viaggiare e ha spesso motivo di spostarsi a proprie spese in varie parti d’Italia e del mondo, è nato un social che si chiama Freeppie, e che permette agli utenti di guadagnare punti per pernottare gratuitamente in un’ampia gamma di hotel o di avere aperitivi e cene gratis in varie parti d’Italia.

 

Presentazione standard1La faccenda funzione così:
– ti iscrivi,
– inizi a recensire, ad esempio, vinerie e ristoranti in cui ti trovi [in tempo reale]
– scatti e fai l’upload delle tue foto, selfie inclusi  [in tempo reale]
– aggiungi contatti (come si fa con tutti gli altri social)

How-to-Become-a-Freelance-WriterTutto questo fa accumulare punteggio. I punti vengono man mano trasformati in crediti che permettono di usufruire di sconti e offerte in punti di ristoro, in hotel e b&b. Ovviamente ad ogni benefit, deve corrispondere una recensione con foto e la raccolta punti riprende.

Tutto molto bello MA:
1 – i periodi in cui è possibile usufruire dei punti sono prettamente di bassa stagione, proprio perché i gestori preferiscono riempire le stanze vuote con persone che fanno girare un micro-circuito promozionale. Ergo, io non spererei di andare a vedere i mercatini di Natale usufruendo dei miei punti (anche se in merito a questo vi aggiorno quanto prima).

2 – Al momento il circuito ricettivo in cui spendere i propri punti è Italia-centrico. Ma credo che presto ci saranno anche diramazioni all’estero.

3 – Altro piccolo problema (in realtà per niente piccolo): dal sito web è possibile fare tutto e subito, ma la App da scaricare per fare le recensioni e gli upload dal cellulare è ancora da implementare. Purtroppo è molto lenta, ti lascia minuti interminabili a guardare una  odiosissima rotella che cerca di caricare la nuova attrazione che stai cercando di recensire, salvo poi abbandonarti all’ultimo senza lasciartelo fare. Non dipende dal tipo di connessione, ho provato con le connessioni wi-fi dei locali, con collegamenti fibra ottica e con i giga del mio contratto telefonico. Sono riuscita solo una volta, per un posto già esistente nella lista delle strutture già recensite.
Speriamo negli aggiornamenti, perché l’idea davvero non è male.