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Dormi, mangia, blogga. Come superare le crisi creative.

Ho già detto due o tre cose sul lavoro di blogger (come campa, cosa fa, chi li manda e chi li paga).

Ora veniamo ad una delle difficoltà dei blogger in generale e del business & travel blogger in particolare.
La crisi creativa riguarda tutti i lavori, non solo quelli ‘creativi’ per definizione. Ma la sindrome del figlio bianco e la carenza di idee può riguardare ancor più spesso il creativo che lavora in solitudine, da remoto (termine azzeccatissimo).

Veniamo alle soluzioni per le due specificità di blogger:

Business blogger e i blog aziendali.
IMG_0378.JPGCi sono personaggi che curano i contenuti dei blog delle aziende per aiutarle nell’aumento del traffico e quindi nelle vendite e nella web reputation.
In questo caso una crisi creativa può venire dalla difficoltà di trattare spesso di argomenti specifici e talvolta molto tecnici.

soluzioni possibili:

1- consultare le statistiche e le analisi del traffico per capire quali argomenti, pagine e prodotti sono in deficit di visite. Le parole chiave di questi argomenti possono (per questioni di SEO devono) essere titolo del nuovo articolo. E con un buon titolo si è già a metà dell’opera.

2 – auto plagio.
Anche ripetere qualcosa che si è già scritto, modificando o parafrasando un paragrafo da un precedente articolo, non solo è un buon viatico al blocco creativo ma è anche un modo per riportare traffico a precedenti pezzi.

3 – studio e appunti per prevenire la crisi creativa.
Le idee e l’ispirazione sono come l’apocalisse: non sai mai quando arrivano ma bisogna essere pronte. Quando si studia e si cercano articoli sull’argomento del blog o sui prodotti del cliente (cosa da fare almeno tre o quattro ore a settimana) , tenete sempre accanto un blocchetto per prendere appunti perché tutto tornerà utile per il prossimo pezzo calendarizzato.

Travel blogger

Difficile inventare pezzi nuovi e utili, soprattutto quando non si fanno grandi viaggi per un po’. Ovviamente tenere il blog non aggiornato non si può, o meglio, si può ma a me non piace. (Leggi anche, giusto mantenere la calma, queste Pillole per blogger sociopatici) .

Ecco alcune soluzioni:

1 – Riprendi un precedente articolo su un precedente viaggio e amplia un punto in particolare. Esempio in un articolo come questo (3 cose che non ti diranno su Budapest) potrei potenzialmente scrivere un articolo su ognuno di questi tre elementi (e credo che lo farò).

blogger crisi creativa2 – Parti da una foto.
Non sottovalutare il potenziale di una foto fatta durante un viaggio!
Rivedendo vecchie immagini è possibile far nascere una storia, soprattutto se le foto sono particolarmente originali.
Un articolo può anche essere un foto-articolo: molte immagini e poco testo. Attenti però alla parte SEO e alle parole chiave!

3 – Parti dal titolo… con un aiutino.
Personalmente amo sfidare la crisi creativa insieme al buon senso e a volte anche il buon gusto usando Portent, un generatore automatico di titoli ironici, assurdi, SEO oriented. Faccio una prova, inserisco PARIS nelle parole chiave ed ecco cosa esce come primo risultato: PARIS TABOOS YOU SHOULD BREAK.
E credo che inizierò a scrivere questo articolo…

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No Social, no love. Cioe?

ppt per modifica immagini ssmA proposito di Storie diversamente Social, vi consiglio uno sguardo e una lettura a questo blog.
No Social No Love, www.nosocialnolove.com.

Perchè?
Perchè è ironico, usa il linguaggio del web pur non stuprando la buona lingua italiana.
Sintetico. Come chi fa battute e non ha la pretesa di spiegarle.
Ha una bella grafica, e non è cosa da sottovalutare.
Parla di amore, donne, emotività e altre cose molto nominate ma poco conosciute nel (e con il linguaggio del) mondo dei social. Con la differenza che non cerca di dare risposte.

Le autrici, Camilla e Deborah, si definiscono:

‘due amiche, due donne, due creative, due free lance… una mamma single!’
‘Due amiche che, osservando il mondo che le circonda, decidono di fermarsi e fare un passo indietro, per vedere cosa succede’.

Mipiacetelo!

Pillole per blogger sociopatici

blogger asleepPer quanto si parli di ‘crisi dei blog’, la rete è piena di gentedisuccesso che millanta la possibilità di far soldi e carriera scrivendo sul proprio blog.
Ci sono meccanismi e algoritmi fatti apposta per non essere capiti  – e quindi per sembrare affidabili – che spiegano come fare per avere millemilioni di visite e visualizzazioni e guadagnare così tanto da poter mandare al diavolo capi e cape, clienti e colleghi, in un impeto fantozziano di vendetta dell’impiegato.
E lavorare per scrivere. Per altro di cose delle quali si è esperti solo dal proprio punto di vista.

È vero. Si può. Come ci si può iscrivere ad un corso di teatro e qualche anno dopo essere la nuova musa di Woody Allen.  Come si può giocare a pallone a Bari vecchia e qualche anno dopo essere Cassano. Come si possono scrivere favole per una casa editrice di provincia e qualche anno dopo scrivere L’Ombra del Vento e diventare Zafon.
Quindi, partendo dall’assunto che dire ‘guadagna col tuo blog e molla il lavoro’ non è molto diverso che dire ‘vieni a fare questa sfilata e ti faccio diventare una stellina’, cosa spinge un blogger compulsivo/una blogger compulsiva a scrivere, scrivere, scrivere?
Una delle risposte, alla voce n. 5 di questo breve elenco di suggeriment su come fare per rendere interessante un atteggiamento sociopatico.

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1 – Farlo seriamente. Ma non prendersi sul serio (sempre meglio ribadirlo)

2 – Alla domanda ‘come fai a scrivere ogni giorno, nonostante il lavoro, gli impegni, le relazioni sociali e tutto il resto?’, rispondere ‘So gestire il mio tempo’.
Non tutti capiranno che in verità le tue relazioni sociali (se esistenti) hanno dei ritmi di vita molto peggiori dei tuoi, per cui puoi sempre fare affidamento sui tempi morti delle attese, dei ritardi, delle nottate a casa da sola, degli appuntamenti saltati.

3 – Tenere sempre a mente che le persone che ti stanno attorno devono amarti veramente molto, per leggere ogni illuminante articolo che pubblichi. E se alla tua domanda ‘hai letto il mio pezzo sulle nevrosi degli ornitorinchi del Bengala’ rispondono ‘sì’, vuol dire che alla vita non puoi davvero chiedere altro. Quindi stai seren*.

4- Stare sereni (sempre meglio ribadirlo)
Se per un giorno (o una settimana) non hai nulla in mente e non ti va di scrivere, non lascerai decine di persone orfane della tua arte. Ce la faranno. Si sopravvive alle tasse, figuariamoci alla nostra assenza.

5- Tenere sempre a mente: I blogger sono millemilioni, e ognuno scriver per proprie personali motivazioni.
Non tutti vogliono fare gli scrittori o essere riconosciuti come tali. E allora, è inutile cercare gli errori di battitura per far capire che ‘eh, bisogna saperlo fare, mica possono scrivere tutti’.

Io dico che sì, la scrittura è per tutti.
Perché ti aiuta a sentirti a casa, ovunque tu sia. Perché ti porta ovunque, anche se sei a casa.
Senza pretese di dover sempre e per forza comunicare qualcosa.
Che alla fine, scrivere è come un viaggio. E si scrive per la stessa ragione del viaggio (viaggiare)