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#freelance life in 15″. Video episode 5 – Ah, it’s snowing…

La social media strategist e il suo metodo per decodificare la realtà.

The freelance Social media strategist And her Way to learn about reality.
‘Yes, I’ve read it on Facebook’.

SocialNet-working. Lavorare con i Social Media.

Super social me Network-ingAnno nuovo. Buon momento per una nuova vita e un nuovo lavoro o anche per farsi una vita e trovarsi un lavoro.

La premessa dell’anno nuovo era inutile, ma è il tributo che si deve alla banalità quando si comunica. Vi chiedo scusa e procedo.

Oggi giorno e OGNI giorno, per quanto concerne le nuove prospettive lavorative, un aiuto o almeno uno spunto può essere dato proprio dai Social Media. Infatti, mentre qualcuno dice che facebook&Co. sono perfettamente inutili quando invece sono… perfettamente inutili, esistono varie possibilità di impiego in Italia e (soprattutto) all’estero, offerte proprio da questi baluardi del tempo da perdere.
Non mi riferisco, almeno in questo articolo, al mestiere nuovo di Social Media Communicator, anche perchè, per quanto sia in parte il mio lavoro, non credo di essere ancora nella posizione di dare spunti a nessuno.

Parlo delle posizioni aperte presso le sedi operative dei vari portali Social. Perchè ciò che per i più sono solo facebook, Instagram, Twtter, G+ e Co., per molti altri sono posti di lavoro veri e propri e, come tutte le aziende, hanno delle posizioni aperte e sono alla ricerca di competenze e abilità. Per di più sono spesso alla ricerca di giovani, più aperti a lavori atipici in aziende con filosofie e approcci molto diversi rispetto ai posti di lavoro della generazione precedente.

Ad esempio, cambiando la nostra posizione e attenzione da utenti a ricercatori di un impiego, potremo notare che scorrendo la home page di Instagram sino in fondo, c’è la voce LAVORA CON NOI.
Come viene ratificato in caratteri corpo 30 appena si entra in questa categoria del sito, l’azienda è ‘currently hiring extraordinary people who want to help build and scale one of the fastest growing companies in mobile’.
Cercano al momento mobile engineer, front-end engineer, communication manager, international communication manager e altre figure correlate.
La maggior parte delle posizioni ha sede in California, ma non è una costante assoluta. Difficile trovare posizioni in Italia, ma non impossibile. Meglio tener d’occhio perchè possono uscir fuori posizioni presso sedi minori, principalmente a Milano.
Idem per le posizioni in Facebook.
Facendo il log out dal vostro account vi troverete nella pagina di accesso. In basso c’è la voce OPPORTUNITà DI LAVORO.
Facebook offre così tante opportunità che il portale permette addirittura di fare una ricerca per area geografica (tramite menu a tendina) o per competenza, tramite inserimento di parole chiave nella barra di ricerca.
Le posizioni sono svariate e sparse in tutto il mondo (ovviamente USA in primis).
Ad esempio, inserendo nella barra di ricerca la parola communication, e scegliendo Milano nel menu a tendina, appare la posizione di ‘Corporate Communications Manager – Milan’ e la relativa descrizione:
‘Facebook is looking for an experienced Corporate Communications Manager to lead our proactive and reactive projects in Italy. The ideal candidate will have extensive leadership experience in both corporate and product communications, crisis management, working with senior executives and will be able to balance handling a combination of breaking news and real time requests with managing strategic corporate projects and product announcements. The ability to combine strategy and flawless execution, ruthlessly prioritise and work on a number of projects at once will be essential. This position is based in Milan’.

Sempre a Milano è aperta la posizione di Media Partnerships director in Twitter.
Come recita la pagina preposta del social media più usato dai politici,
Director, Media Partnerships – Italy leads all market development efforts in the Italian market. The primary role of market development is to grow our users in Italy. This encompasses business development with carriers, handset makers, online services, and ecosystem partners, as well as partnership with media companies and celebrities.
Ovviamente ci sono centinaia di altre posizioni in tutto il mondo. L’elenco completo delle vacancy si trova a questo link: https://twitter.com/jobs/positions

Non traduco le parti in inglese estrapolate dagli annunci di lavoro di cui sopra. Non è solo per mancanza di tempo o pigrizia bensì perchè per potersi candidare è necessario almeno il livello di competenza linguistica adatto a comprendere la descrizione di dette posizioni.

Presto alcune idee su come usare i social media anche per migliorare l’inglese.

No Social, no love. Cioe?

ppt per modifica immagini ssmA proposito di Storie diversamente Social, vi consiglio uno sguardo e una lettura a questo blog.
No Social No Love, www.nosocialnolove.com.

Perchè?
Perchè è ironico, usa il linguaggio del web pur non stuprando la buona lingua italiana.
Sintetico. Come chi fa battute e non ha la pretesa di spiegarle.
Ha una bella grafica, e non è cosa da sottovalutare.
Parla di amore, donne, emotività e altre cose molto nominate ma poco conosciute nel (e con il linguaggio del) mondo dei social. Con la differenza che non cerca di dare risposte.

Le autrici, Camilla e Deborah, si definiscono:

‘due amiche, due donne, due creative, due free lance… una mamma single!’
‘Due amiche che, osservando il mondo che le circonda, decidono di fermarsi e fare un passo indietro, per vedere cosa succede’.

Mipiacetelo!

Anticonformisti nella rete

bimboUn tempo  poteva essere considerato ‘socialmente atipico’ non avere la tv.
Oggi non più. Lo sarebbe non bloggare e astenersi da social network. Da tutti quegli atteggiamenti definibili  social e smart.
Lungi da me il voler rientrare in questa categoria, ammiro chi lo fa.
Si badi, non ‘chi ce la fa’ ochi ci riesce‘. Sono drammaticamente convinta che basti volere davvero una cosa per farla (o come in questo caso, astenersi dal farla).
Chiunque può, da un momento all’altro, scegliere di staccarsi dalla rete. Non mi venite a raccontare che la rete, i social e il web creano dipendenza, rovinano le persone discostandole dalla realtà, ecc.
O meglio, accade con la stessa frequenza con cui un amante del vino diventa alcolizzato. Di sicuro una piaga, ma che non colpisce tutti. Anzi, che colpisce pochi.

Ciò detto, prima perplessità: siamo proprio certi che i social network (tutti) e la rete siano il posto giusto per palesare il proprio anticonformismo o le proprie indignate denunce?

Giorni fa ad esempio girava in fb questo fumetto.
http://satira.tv/?p=5644
Aparte il ritenere eccessiva la diagnosi medica con tanto di prognosi e la lezione di pedagogia da un euro al chilo mi chiedo, che senso ha diffondere questa cosa a mezzo social o sulla rete, se poi non è che grazie alla rete che viene diffuso?
Gli omini che nella metro guardano il tablet o il telefonino non potrebbero semplicemente essere gli stessi che dieci anni fa leggevano i free press sui mezzi pubblici?
Anche loro cercavano nell’oroscopo e nella posta del cuore le attenzioni che i genitori non avevano loro dato?
E poi… ma dobbiamo per forza mettere sempre i mezzo i nostri genitori per ogni minima nostra mania o nevrosi?  Ecco, diciamo pure che quest’ultima tendenza è quanto di meno anticonformista esista al mondo. Persino meno anticonformista delle pubblicità di Oliviero Toscani.

Parere personale. considero anticonformista chi:

  • Indipendentemente dal fatto di gestire sei blog e avere otto profili fb e tre twitter e tutti gli altri, quando ha qualcosa da dire a qualcuno (una frecciata, una dichiarazione d’amore, un pensiero da dedicare, un insulto), lo dice di persona e se necessario in privato
  • Anche se usa Whazzup, Viber, Skype ecc. se deve chiedere una info di lavoro o qualunque altra cosa più o meno urgente CHIAMA su un qualunque recapito telefonico.
  • Anche se ha otto telefonini, di tanto in tanto si prende il lusso di non essere reperibile per nessuno (o quasi)
  • Anche se comunica dieci stati d’animo al giorno, conserva quel piccolo bagaglio di cose, pensieri, immagini e sentimenti solo per sé, perché ne è gelosa/o e non vuole condividere proprio con nessuno.
  • Pur prendendo le proprie opinioni così sul serio da volerle diffondere, di tanto in tanto… si fa una risata.

Perché no? Perchè no!

Presentazione standard1Oggi argomento facile. Parliamo di facebook, e del perché alcune cose del suo traffico mi urtano, altre anche no.

  • Le ragazzine (non tanto più ine) che si fanno foto con gli smart phone per pubblicarle con commento a latere: perché no?
    È un gioco. Un modo per divertirsi e mostrare che si è belle e che ci si diverte. Due cose da non nascondere. Se è vero che la bellezza ci salverà tutti, la vanità è una buona scorciatoia per la salvezza.
  • Ragazze cresciute che fanno foto con gli smart phone protendendo le labbra in avanti in modalità ‘a piccione’… categoria border line. Non categorizzo perchè non ne ho mai capito la ragione antropo-sociologica. Alzo bandiera bianca.
  • Immagini o parole di tristezza su morti o fatti gravi di cronaca (i.e, la recente e purtroppo ennesima tragedia di Lampedusa): Anche no. Per un motivo molto semplice: perchè appare sul wall di facebook tra il video virale del bambino prodigio che urina dal naso e l’aggiornamento della pagina di giallo zafferano, nella migliore delle ipotesi. In facebook entra tutto, ma non è un posto adatto a tutto. Ci sono posti opportuni per l’indignazione e anche per il silenzio o anche per il dibattito giustamente incazzato. Anche no, perché no. Una semplice questione di opportunità e buon gusto.
  • Amici-miei-simili- vegetariani che pubblicano foto di gustosissimi cibi veg. Perchè no? Un po’ di leggerezza!
  • Amici-miei-simili-vegetariani che pubblicano video di macelli, volpi sgozzate e visoni torturati: per l’amor di Dio anche no! Chi non è già sensibile per sua personale formazione a questioni animaliste non lo diventerà sapendo quanto soffre un animale. Non conosco nessuno che, incurante della faccenda, sia poi diventato vegetariano dopo aver visto scannare un porco. I video cruenti non servono. Anche no, perchè no.
  • Boicottaggi made in facebook: anche no se, come spesso (diciamo pure spessissimo) accade, si originano da una delle tante indignazioni estemporanee create dalla rete con notizie pressappochiste, mai del tutto vere o addirittura false. Ricordo ad esempio l’ondata di anti europeismo che ha invaso i social alla notizia della multa all’Italia da parte dell’UE per la nostra insistenza nell’utilizzo del bidet. I commenti andavano dall’alta politica (Non se ne può più di questi burocrati che da Bruxelles irrompono nella nostra cultura), alla sempreverde critica ai nostri politici (E i nostri rappresentanti? Quando si fanno valere?), alla mera sociologie anti tedesca e anti francese (Solo perchè i crucchi hanno le croste al culo non è detto che dobbiamo averle anche noi). Ovviamente la notizia era falsa, ma ormai l’indignazione da un euro al chilo era partita.
  • Post seriali che palesino la propria: depressione, indignazione verso tutto, disincanto e disillusione.
    Abbiate pietà, no.
  • Messaggi verso propri amici appena defunti. No, perchè il dolore merita pudore. No, perchè no.

Faccialibbro è posto di passaggio e distrazione, dove tutto si mischia in una sfumatura grigiastra di possibilità. Non è il male, quindi non servono cure. Solo buon senso. O buon gusto.